In risposta a cucchifabio65.
Stai ipotizzando che la politica debba essere una professione e non una missione.
Quindi chi fa quel lavoro deve dare risultati ai datori di lavoro, che siamo noi cittadini. La qualità del suo contributo deve essere misurata sia in frequenza sia in resa. I tanti che vanno a lavorare il 10% del tempo dovrebbero andare a casa? E la Meloni? C’è un disegno di legge Meloni, o una norma passata con i decreti attuativi e quindi attiva, di cui si abbia memoria o degna di menzione?
Se la politica deve essere un mestiere e non un servizio alla comunità nazionale, allora ci vuole una formazione culturale ad hoc e per settore nel quale ci si candida, una selezione sulla base dei titoli e del contributo potenziale e solo dopo una selezione utile e promossa dai partiti sulla base dei voti.
Vedi, il problema è che si va in politica con un sistema che prevede la vendita di voti, i bacini elettorali, la selezione per influenza o circoli di potere, spendibilità televisiva.
Abbiamo parassiti ai vertici da 20-30 anni….la politica è il loro bancomat e la loro “esperienza” ha prodotto 300.000 miliardi di debito pubblico, una sanità al collasso, le scuole fatiscenti e classi pollaio con i docenti a seguire target e protocolli, le reti stradali sono disastrate, non esistono piani sulla gestione idrica, energetica, navighiamo a vista….
Di quale esperienza parli?
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